Ciao a Tutti!! Sono appena uscito da fare il mio dovere di cittadino alle elezioni locali di Viborg ed ho pensato di fare un piccolo reportage sulle elezioni in salsa danese.
Innanzitutto non ti chiedono la carta d'identità. Chi può votare riceve il certificato elettorale (che qui si chiama valgkort, cioè carta - kort - dell'elezione -valg), poi si reca in un booth il cui numero è stampato sulla valgkort e poi...? e poi?
Beh l'unica cosa che devi portare a dimostrazione del fatto che sei veramente tu è la data di nascita. Cioè gli scrutatori ti prendono la valgkort, scorrono il registro fino a quando incontrano il tuo nome e, registro in bella vista che chiunque può vedere, ti chiedono la data di nascita.
Quindi la prima grande lezione delle elezioni danesi è: se rubi il certificato elettorale al tuo vicino, cerca di sapere anche la sua data di nascita e potrai votare per lui.
Poi, una volta uscito mi sono reso conto che davanti al seggio c'era un candidato, con tanto di striscione, che distribuiva volantini e faceva propaganda il giorno delle elezioni, davanti al seggio elettorale. Mi è sembrata un po' una cosa da terzo mondo, elettoralmente parlando, dato che almeno il silenzio elettorale...ma (seconda grande lezione delle elezioni danesi) qui non si incazza nessuno e quindi non deve essere un grande issue, dato che probabilmente tutti partono dal punto che le scelte elettorali di ciascuno sono già state maturate.
Vi ricordate dell'integrazione 2.0?? Beh per chi non l'avesse letto su Twitter, ho cantato vittoria troppo presto. Sono uscito dal paesaggio e diventato Mario...
Settimana frizzante nella stampa danese...inchieste a sfondo sanitario/sociale, minareti, prospettive per i giovani...e molto altro ancora. Sí lo so che doveva esssere una rassegna stampa giornaliera. Ed in effetti per un po' lo è anche stata. Non ho mai nascosto che era uno strumento per combattere la disoccupazione con la creatività. Poi ho trovato un lavoro temp (come si usa dire dove non si dice precario) e quindi cerco di aggiornarla quando posso...tipo la rassegna stampa della settimana...
According to a report prepared by Transparency International Danmark and published in January 2012, the country's legislative structure has legislative loopholes which would allow big anonymous contribution to political parties. Who would want to give a lot of money to a party and remain anonymous? Good question.
In Denmark, campaign contributions over DKK 20,000 (approximately EUR 3,000) must be made public, although the actual amount may not be disclosed. However, the law does not cover, for example, a large number of donations within the limits, to many local branches or departments of the same party. Adding all contributions, the total amount could be far over DKK 20,000.
Poul Riiskjær Mogensen, chairman of Transparency International Denmark, said at the presentation: “We rely on politicians to act in the public interest, especially when they have to make difficult decisions in hard economic times. As long as the role of money in politics remains shrouded in secrecy, politicians are inviting speculation and mistrust among the public. Our study shows that Denmark’s civil service, justice system and other public officials are held to account. In many ways this makes us the envy of the world in corruption terms. Why should politicians be the exception?”
Far from being a call for anti-political sentiment, this report grounds its warning on the very human nature. Danmark is a nation where the index of perceived corruption is among the lowest in the world. I am personally under the impression that the corruption index is so low because people do not conceive why somebody elected to pursue the common good would pursue his/her own. It comes with the sense of community that Danish institutions at all level work very hard to create and maintain. However some may think that in love and war (and politics...) everything is allowed. Maybe just one time...Corruption is changing fast. There can be no control on individual intentions; however, it must be the regulators' duty to set up stringent rules and controls so that Denmark keeps actual corruption down.