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Tuesday, January 21, 2014

Crowdsoursing per una guida al danese



Ciao a tutti! Stavo pensando di fare un piccolo PDF con alcuni suggerimenti pratici per imparare il danese...

Non una guida dettagliata alla fonetica, o alla grammatica. Ce ne sono tante, fatte da persone più qualificate di me.

Piuttosto, consigli, trucchi, suggerimenti, thinking-out-of-the-box che permettono di ricordarci meglio il danese o apprenderlo più velocemente.

Che ne pensate? Quali sono le cose che trovate più ostiche della lingua danese, che credete che non imparerete mai, e che vorreste  che io trattassi?

Knus (abbraccio),
Francesco

Friday, January 17, 2014

Lezioni di Danese: Ti ricordi la Sprogskole in Danimarca?



Sprog. Che poi si pronuncia ”spro”.
Parola magica che ipnotizza ogni nuovo arrivato. Una et- ord. Cioè al bestemt (definito, ricordate?) è sproget.


Come sapete, o come forse non sapete, ogni persona che si registra legalmente in Danimarca (al borgerservice, cioè servizio al cittadino), non importa la provenienza, ha diritto a tre anni durante i quali completare un corso di lingua danese presso la Sprogskole (lingua scuola, cioè scuola di lingua) del comune di residenza.


Per chi viene in Danimarca senza conoscere nessuno (cioè, senza network, altra parola magica...), la Sprogskole diventa il primo punto di contatto con persone nella stessa condizione di nuovo arrivato. Qual è un vostro ricordo della Sprogskole? Sera o mattina? Siete ancora in contatto con i vostri compagni di corso? Io personalmente esco spesso con loro...ma Viborg alla fine è piccolina...
Condividete la vostra esperienza con altri nuovo arrivati lasciatemi un messaggio qui sotto :)


Brevemente, funziona così:
  • ti registri (hai il CPR)
  • la Sprogskole ti convoca
  • ti assegnano un livello (ti fanno un esame d'entrata solo se dici di avere una qualche conoscenza di danese)
  • puoi scegliere tra corsi diurni (18 ore a settimana) o serali (6 ore a settimana)
  • a partire da quel momento, hai tre anni di tempo per finire (gratis)
  • se decidi di sospendere la frequenza, devi comunicarlo alla scuola e al Jobcenter che mettono in pausa i tre anni.
  • è un diritto per i cittadini comunitari, mentre per coloro che non sono cittadini dell'UE è un obbligo parte del contratto di integrazione (cioè, se io fossi americano e non andassi a classe, non mi rinnoverebbero il permesso di soggiorno/lavoro, o il kontanthjælp in caso fossi disoccupato)


Non è vero che chi lavora fa i corsi di sera e chi non lavora fa i corsi di giorno. Dipende dal lavoro e dall'accordo del lavoratore con l'impresa. Io per esempio ho completato il corso di giorno, lavorando di giorno.


E l'esame?
Come tutti gli esami, consiste di una parte scritta (comprensione e composizione) ed una orale (presentazione).

Attenzione: sono esami veri. Cioè, bisogna studiare. Ho visto persone arrivare all'esame convinte di passare solo perchè erano andate a classe con l'insegnante che fa l'esame...no no.


E poi?
Beh ci sono 3 moduli dove se siamo promossi ci danno diritto ad un attestato statale di fluenza nella lingua danese, con voti da 1 a 12 (minimo per passare è 4).


Ok ma in Danimarca non parlano tutti l'inglese?
La mia insegnante di danese dice di no. Cioè, quello lo dico anche io, basta fare un giro appena fuori Copenhagen. Lei dice addirittura che un datore di lavoro medio guarda il test di danese per prima cosa negli stranieri. L'equazione è: sai la lingua = ti vuoi integrare = non te ne vai piú.


La lingua è più importante che non per capire le pubblicità o gli orari dell'autobus. Per un danese medio, chi non parla la lingua non vuole restare e quindi, potenzialmente, non è una persona con cui intrecciare rapporti stretti.


Quindi, la lezione di oggi è: sprog sprog sprog. Imparate il danese da subito, fatene una parte della vostra vita quotidiana.


Ma ora tocca a voi! Dai, raccontate un po' della vostra Sprogskole.


Lasciatemi un messaggio qui sotto e come sempre cliccate Like sulla mia pagina su Facebook :)


Un abbraccio,
Francesco

Sunday, January 20, 2013

D'accordooooo?


Buongiorno a tutti,



visto che in Italia siamo in campagna elettorale, almeno io cercherò di mantenere le promesse di tenere il video sotto i due minuti e per riuscirci ho scelto di parlare oggi di una parola brevissima e molto usata: enig. Proprio cosí, si scrive enig ma si pronuncia eni, la g è muta. At være enig vuol dire essere d'accordo, ma non si usa come diceva Vanna Marchi, “D'accordoooo?”. Anche se la parola è semplice, dobbiamo fare un po' d'attenzione a come e quando si usa.

Innanzitutto, come si usa: con significato positivo si dice semplicemente “enig” alla fine di un discorso o di un concetto espresso dal nostro interlocutore. Si può dire anche “Jeg er enig”, ma enig è sufficiente.
Se invece il significato è negativo, dobbiamo fare un piccolo sforzo in più e dire “jeg er uenig”, cioè io sono in disaccordo. La g finale è sempre muta ma è importante fare sentire la u iniziale che, come sappiamo, cambia il significato delle parole da positivo a negativo. (Per esempio, vi ricordate che gli articoli possono essere determinati – bestemt o indeterminati – ubestemt?). Se ci pensiamo in italiano, può sembrare un po’ forte; tuttavia, il danese è pieno di espressioni un po’ tranchantes. Per esempio, è normale dire che non abbiamo capito quello che l’altro dice con una espressione che in italiano suona forte come: “non credo di avere capito quello che dici” (jeg tror ikke at jeg forstår det der du siger…ok, non è cosí facile da ripetere in un colpo solo J).  

Poi, quando si usa “enig”. Come abbiamo visto sopra, si può usare con significato affermativo o negativo, ma non si usa mai nelle frasi interrogative. Per esempio, se si vuole chiedere all’interlocutore se è d’accordo, non si dice “Er du enig?” (sei d’accordo?). Si usa piuttosto una espressione più aperta: “Hvad synes du?” (che ne pensi?). Oppure, se ha gli occhi sbarrati e sembra che lo abbiamo perso per strada, “er du med?” (letteralmente, “sei con (me)?”, cioè, “mi segui?”). Qui è il ragionamento inverso a quanto dicevo prima sulle espressioni tranchantes… alla faccia di chi dice che il danese è noioso: chiedere direttamente se qualcuno è d’accordo…è proprio troppo diretto. Inoltre, in Danimarca è buona regola chiedere se gli altri sono d'accordo. Ricordiamoci che una società basata sul consenso vuol dire chiedere il parere di tutti (anche se poi nessuno ci impedisce di fare quello che vogliamo lo stesso :) )

Quindi ricapitolando: possiamo essere enig od uenig, ma non dovremmo chiedere se qualcuno è d’accordo con noi, quanto cosa ne pensa.

E adesso sí, come diceva Vanna Marchi: "D'accordoooo?".

Un abbraccio a tutti e buona settimana.
Francesco

Monday, January 7, 2013

Buon Natale e Buon Anno Nuovo!





No, non è un augurio, o per lo meno non solo. La verità è che l’ho detto talmente tante volte quasi automaticamente che alla fine mi è venuta voglia di scrivere un post e facri un video.
Quindi per prima cosa mi sono fatto crescere la barba da Babbo Natale (che qui si chiama Julemand, ossia l’uomo di Natale), giusto per darmi un tono, anche se ancora mi manca qualche anno e qualche spavento (e con l’aiuto della cucina danese, qualche chiletto) per essere credibile.
Comunque, non siamo qui per parlare di me ma per parlare di Natale e Capodanno.
Come si dice in Danese? Sì, lo so che sono appena passati ed avrei dovuto svegliarmi prima. Ma non siamo qui per parlare di me… Comunque, si dice “God Jul og godt nytår”.



In realtà, si direbbe glædelig Jul. Glædelig vuol dire felice (per chi parla inglese, glad), ma non volevo farlo più complicato di quello che già è. Inoltre, questa espressione mi permette di paragonare la pronuncia di god e godt.
Vi ricordate che in un altro post avevo parlato della d che ha un suono un po’ strano, tipo con la lingua fuori dai denti? Bravi. Naturalmente, visto che siamo in Danimarca, niente ha un solo suono (alla faccia di chi dice che è un paese noioso…In particolare, come potete sentire, in god la d diventa muta e la o ha un suono ottuso (spero non ci sia nessun linguista all’ascolto…anzi sì che ci sia, così almeno mi insegna…linguistaaaaaaa). Invece, in godt la d si accoppia alla t e la o diventa acuta.
Questa differenza nella pronuncia si applica a tutte le parole dove appare. O seguida da d è ottusa, o seguita da dt è acuta.
Ma soprattutto: perché con Jul mettiamo god e con år usiamo godt? Vi ricordate uno dei primi posts, dove dicevo che il danese non ha il genere e che i sostantivi si dividono in parole en e parole et? Beh Jul è una parola en (den Jul) mentre år è una parola et (det år). Gli aggettivi seguono il ”genere” del sostantivo e mentre i sostantivi en lasciano l’aggettivo generalmente invariato, i sostantivi et aggiungono generalmente la t alla fine dell’aggettivo. Quindi…god Jul og godt nytår!
Pensavate che fosse finita? E invece no! Concludo con una piccola nota sociale. Godt nytår ha la stessa funzione di tak for sidst. Serve a riallacciare i contatti dopo l’anno nuovo. Questo vuol dire che possiamo usarlo sempre, senza timore, almeno fino alla fine di gennaio quando rivediamo per la prima volta persone che conosciamo.
OK adesso siamo davvero alla fine. Spero di essere riuscito a manterere la promessa elettorale di stare sotto i due minuti.
Come annunciato in un altro post, ora c’è anche la pagina Facebook di Lezioni di Danese, dove posterò sia i posts sia altre notizie succulente. Fatemi sapere cosa ne pensate come sempre, anche suggerimenti per prossimo posts!
A presto.
Un abbraccio,
Francesco 

Wednesday, August 29, 2012

Rødgrød med fløde



Buongiorno a tutti, anzi god morgen. Scusate ancora il ritardo (ed i capelli) ma come ho detto in un altro post, la settimana scorsa ero a Bruxelles, e scusate anche la voce e le occhiaie, ma è stata una settimana...come dire? Intensa. Diciamo che ho fatto la mia parte per sostenere l'economia locale. Comunque, passiamo alla nostra lezione di danese per questa settimana, che come promesso si concentrerà su una pietra miliare nel processo di integrazione in Danimarca: rødgrød med fløde. La scelta è caduta qui grazie a coloro che hanno commentato il mio primo video su Facebook. È stato un bellissimo scambio di opinioni sul post ed in messaggi privati, che mi ha dato nuove idee per prossimi posts. Grazie davvero.

Questa frase è apparentemente innocua: significa budino di cereali (grød) rosso (rød, per via delle bacche che ci si mettono dentro) con formaggio morbido (fløde). In realtà, è un vero rito di iniziazione. Non appena proverete a parlare danese, ci sarà sicuramente un danese che vi chiederà di dirla. Tranquilli, comunque vada, non ce la farete mai al primo colpo e lo farete ridere. In fin dei conti bisogna ipotecare parte della propria reputazione ai fini dell'integrazione.

Questa frase mi permette anche di condividere alcuni trucchetti di fonetica. Della d ho accennato qualcosa nel primo video post. Ne parlerò in dettaglio in un prossimo post. Per ora, riconoscete il fonema? Vi ricordate quando dicevo che la d ha un certo fonema che si produce mettendo la lingua fuori ed appoggiandola sopra i denti?

Visto che ho promesso di lasciare i post sotto i due minuti, oggi parliamo della ø e la prossima volta parleremo della r.

La ø si pronuncia ø. Per parlare danese è necessario calarci in una realtà di suoni diversa da quella italiana. Non è solo il problema che non ci si capisca niente. Il problema è che mentre in italiano abbiamo otto fonemi corrispondenti alle vocali (à á è é i ó ò u), il danese ne ha più di venti. Come scrissi in un altro post, anche i danesi capiscono solo il 60% di quello che si dicono tra di loro.

È vero anche che finché la frase sarà strutturata bene, riusciremo a farci capire, ed a questo dedicherò un altro post (sto facendo più promesse di un politico). Tuttavia, dobbiamo perciò fare attenzione. Per esempio, alcune parole cambiano solo per una sola lettera ed una pronuncia non accurata rischia di far ridere più di rødgrød med fløde. Prendiamo ad esempio le parole bade (bagno), både (entrambi), bede (l'infinito di pregare), e bøde (multa). A seconda di come pronuncia la vocale, potremmo arrivare a convertire “Jeg skal på toilettet og tager en bade” (vado in bagno e mi faccio una doccia) in “ Jeg skal på toilettet og tager en bøde” (vado in bagno e mi faccio una multa).

Direi che non sono riuscito a mantere nemmeno la mia prima promessa (di tenere ogni video sui due minuti).
Spero comunque che nessun linguista se la prenda se ho semplificato un po'. Fatemi sapere se ho fatto confusione, se avete curiosità sulla lingua danese o avete dubbi su un argomento in particolare, oppure se magari preferite qualcosa più dedicato sulla fonetica, eccetera. Insomma, fatemi sapere. Compe sempre, il video è anche su youtube.

Quindi, all together now. Rødgrød med fløde.

Take care,
Francesco

Tuesday, August 14, 2012

Sopravvivenza quotidiana: cos'è udansk?


Ciao a tutti. 

Niente video per oggi, ma volevo condividere con voi una cosa di cui abbiamo parlato con alcuni amici non danesi, proprio come me. Si tratta di una parola che può spaventare e che può essere utile da conoscere per la sopravvivenza quotidiana in Danimarca. Viene tradotta come anti-danese, ma in realtà vuol dire inconsueto, inappropriato, non-come-dovrebbe-essere o non-si-è-mai-visto. Cos'è? Udansk

Forse avrete visto molte parole in danese che iniziano con la lettera U. A parte uddannelse (educazione), in quasi tutte le altre parole la U iniziale serve come negazione (come uhyggeligt = che fa paura).

Come sappiamo, la cultura danese fa spesso coincidere cultura patria e casa, soprattutto quando deve definire qualcosa in negativo. qualcosa di non-si-è-mai-visto-qui è udansk ma non ha connotati religiosi/patriottici/nazionalisti. Insultare le vecchiette è udansk, in italia diremmo "non s'è mai visto".

Per esempio, se digitiamo udansk in Google, il primo risultato delle immagini è una foto del leader di SF (ed attuale ministro) Villy Søvndal, che disse nel 2009 che un'azione di polizia (un'incursione notturna di sgombero in una chiesa occupata da richiedenti asilo) era udansk. Insomma, è come dire ”non ci appartiene, non fa parte del nostro bagaglio culturale”.
Søvndal: Udansk aktion - 1

Confesso che la prima volta che ho sentito da una persona che si lamentava il termine udansk, anche io sono balzato sulla sedia. Tuttavia è un'espressione e non deve spaventare, non scordiamoci che la Danimarca è/era molto omogenea culturalmente: patria, cultura, nazione concidono.

Quindi possiamo ben immaginarci come per un anziano il consueto sia danese, l'inconsueto sia non danese, ossia udansk. Mentre alcuni semplicemente non sanno come definirlo altrimenti e per altri può suonare po' old fashion, per altri è un'espressione che racchiude tanti significati in uno e risponde anche ad uno dei criteri della lingua danese: la praticità.

Buon (u)dansk a tutti.

Take care,

Francesco



Monday, August 13, 2012

Le presentazioni in danese

Ri-benvenuti nel magico mondo del danese per tutti (tutti gli italiani almeno). Come potete vedere dai contenuti, sono fermo da qualche mese. Sono stato moltissimo occupatissimo e poi in ferie.
Poi potrete vedere anche un'altra cosa, e cioè che questo blog o piccolo sito ha un formato nuovo, piú interattivo. Ossia, da oggi le lezioni (o lesioni) di danese saranno in video, mentre il testo del video sarà a seguire cosí che possiate leggere anche come si scrive. Cercherò di restare attorno ai due minuti per video, cosí che possa essere flessibile. Spero che sia un buon compromesso, fatemi sapere cosa ve ne pare commentando su questo post!

Partiamo dall'inizio, cioè dalle presentazioni. Innanzitutto scusate la pettinatura ma siamo a lunedí ed è duro per tutti. Comunque, quando due persone si incontrano per la prima volta di persona in Danimarca, c'è un rituale. Innanzitutto la stretta di mano forte o per lo meno ferma, lo sguardo fisso negli occhi e la conversazione va più o meno cosí.
A - "Hej, hvad hedder du?"
B - "Jeg hedder Francesco, hvad hedder du?"
A- "Jeg hedder Jonas (un nome qualsiasi), det glæder mig at møde dig".

Purtroppo questa è una di quelle espressioni che bisogna conoscere. Comunque possiamo vedere alcune cose che ci verranno utili in seguito.
1. Il fonema d: la lettera d dell'alfabeto si dice "de" ma si pronuncia d nel danese parlato. Non non vergognatevi di tirare fuori la lingua un po', almeno i primi tempi, per farvi capire bene e per prendere confidenza. Il danese ha molti piú fonemi dell'italiano e il d è fondamentale, anche se fa ridere.
2. L'espressione "det glæder mig" è traducibile come "mi fa piacere", in inglese per esempio c'è un aggettivo glad per dire felice.Si può usare in molte occasioni. Per esempio, se consigliate un ristorante ad un amico e poi ne è contento, allora potete dire "det glæder mig".

Spero che sia rimasto abbastanza corto e che possa essere di aiuto. Fatemi sapere cosa ne pensate!

Vi ses! (Ci vediamo...un'altra espressione da imparare a memoria :) )
Francesco



Thursday, June 7, 2012

Lezione n.5 - Il conto in banca in Danimarca: è davvero così facile?


Hej drenger og piger,
Ciao ragazzi e ragazze,

Riprendono le lezioni di danese con un caso pratico di sopravvivenza, 100% danese come la carne di maiale o le patate.
Se ti arriva a casa un foglio in danese dove l'unica parola che capisci è Konto, il primo istinto è quello di non firmare nulla. E ci mancherebbe. Se poi sopra c'è scritto anche SKAT, allora è meglio darci una seconda occhiata.

SKAT. Parola misteriosa ed ambigua che identifica il concetto di tesoro in ogni sfaccettatura. Vuol dire sia tasse (tesoro materiale) che amore (tesoro spirituale). Gli innamorati appiccicosi si chiamano skat tra di loro. I genitori chiamano skat i loro figli. Con la burocrazia c'è una relazione diversa: “Vuoi un caffè, skat?” “No, grazie. Mi accontento di farti pagare la macchina il doppio che a casa tua”.
Ma torniamo a bomba. Cioè alla lettera. Vedi la parola Konto ed a ben vedere segue un'altra parola. Nem, che vuol dire facile. Cos'è il Nem Konto? Vuol dire letteralmente "Facil-Conto". È una sorta di benvenuto nella burocrazia danese, che per la verità è piuttosto snella.

Il nem Konto è un conto corrente, il tuo conto corrente, quello ufficiale, è quello che scegli tu come conto corrente per i versamenti dagli enti pubblici: Ufficio tasse, comune, A-kasse ecc. E' dove vengono versati per esempio, i sussidi familiari o i rimborsi per le tasse. Già perché le dichiarazioni delle tasse, i vari 730, 740 etc., qui non si fanno. Te li fa Skat. E poi ti manda una lettera dicendo “Congratulazioni, questo è il tuo rimborso”. Ve lo dicevo che era snella.

Puoi avere diversi conti correnti, ma hai solo un nem Konto ed è necessario comunicarlo entro il primo anno di residenza. E' stato istituito per facilitare la vita non per complicarla...non è una società privata, è lo stato. Da quando una persona si registra (quindi entra in possesso del mitologico numero CPR e della carta gialla, la “gud kort”), si suppone che abbia almeno un conto corrente danese su cui depositare ogni entrata.

In un gioco dell'oca burocratico, per aprire un conto occorre essere registrati (avere il CPR). Comunque, meglio informarsi in banca perché alcune banche mandano avanti le pratiche perché sanno che la registrazione può durare mesi. A me, per esempio, tardò tre mesi, continuavano a dire che i miei documenti non gli arrivavano, finché non andai personalmente in ufficio, controllai lo schermo insieme all'impiegato e...meraviglia! Ero registrato da 2 mesi...

Comunque sia, il nem Konto è davvero facile. Non per niente il motto è “Dal pubblico al tuo conto”. Certo, è, che incrociando un paio di numeri (il CPR ed il nem Konto), ogni cittadino viene messo a nudo, il che suona un po' come il Grande Fratello. O come il vicino che non si vede mai in giro ma che sta sempre a spiare da dietro la porta socchiusa.

Alla prossima "lesione".
Francesco

Maggiori informazioni:

Sito del nem Konto: www.nemkonto.dk

Se hai il NemID si può andare sul sito: http://www.nemkonto.dk/da/Borger/Spoergsmaal-og-svar/Kan-jeg-aendre-min-NemKonto e qui puoi cambiare scegliendo login for selvbetjening

Monday, April 2, 2012

Lesione 4: bestemt e ubestemt

Ri-benvenuti nel fantastico mondo del danese per tutti.
Lo so che ci stiamo mettendo un po' troppo tempo, la vita frenetica di tutti i giorni vorrebbe un corso online, anche se mini come questo, più adatto alle sue esigenze. Prometto di fare il possibile per pubblicare più di una volta a settimana. Nel frattempo, non esitate a lasciare domande nello spazio per i commenti sotto ogni post, farò il possibile per rispondere in modo sensato ed a tempo.

Detto questo, come promesso oggi parliamo di bestemt e ubestemt.
Parentesi: cosa significa bestemt/ubestemt? Lo traduciamo come definito, ma vuole anche dire deciso. 
Stemme significa voce o anche voto. Quanti si ricordano quel reality show (o alla danese, sjov) dal titolo "Voice - Danmarks største stemme" La voce (stemme) più grande (in questo caso, migliore, o all'inglese greatest)? Comunque sia, vi capiterà spesso di incontrare parole che iniziano con be-. È il caso di tutti i verbi che derivano da sostantivi, come appunto bestemme, che vuol dire votare o decidere. Il danese usa moltissimo i sostantivi per farne dei verbi o anche sostantivi composti con preposizioni per fare dei nuovi sostantivi. Per esempio esibire è opvise (vise=mostrare) o espressione è udtryk (letteralmente "fuori tirare").
Chiusa parentesi.

Quello che abbiamo visto sinora erano forme ubestemt, indefinite: en bil, et hus etc.. Le usiamo quando si parla di una macchina o una casa qualsiasi, indefinita appunto.
Quando sappiamo benissimo di quale macchina o casa parliamo, allora la forma diventa bestemt, definita: bilen, huset cioè la macchina, la casa.

Cosa succede con il plurale? Buona domanda. En-ord ed et-ord si ripappacificano ed il plurale diventa un unico -ne, o -ene... o -e, come nell'esempio qui sotto. Sfortunatamente non ci sono regole precise e molto dipende da come "suona". Sì, sembra strano da dire, ma anche il danese ha una sua musicalità.



E cosa succede quando passiamo dal ubestemt al bestemt, con un aggettivo??
Ubestemt: l'aggettivo si coniuga con l'articolo e il nome rimane invariato (lezione 3). Cioè: en stor bil, et gammelt hus.
Bestemt: facilissimo! l'articolo si prende tutto. Come dire: la vita è più semplice se usi più decisione. (è curioso che invece gli ambienti di lavoro danesi con tempi più lenti di decision-making e con il più alto numero di riunioni a livello europeo...ma questa è un'altra storia).



Allora, adesso i compiti come al solito. Cerchiamo per questa settimana di riconoscere nei giornali mattutini o nelle pubblicità o dove vi pare, una decina di parole bestemt...oppure riconoscere che sono ubestemt e cercare di fare il bestemt.

Buona settimana danese a tutti!


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Monday, March 19, 2012

Lesione 3: singolare e plurale

Potrà sembrare facile ai più, ed in effetti non è, almeno per una volta, difficile. O quasi.

Come in tante lingue, anche il danese ha singolare e plurale: si chiamano ental e flertal, rispettivamente (e letteralmente significano un numero e più numeri).



La maggioranza dei sostantivi per fare il plurale aggiunge -r o -er alla fine del nome. Alcuni aggiungono solo -e.
Esempi:
un giorno: en dag -> dage (-e)
una settimana: en uge-> uger (-r)
un mese: en måned-> måneder (-er)
Se siete curiosi di sapere come si fa il plurale di anno (år)...beh non si fa. Rimane år.

SÍ perché alcuni nomi hanno solo il plurale o solo il singolare.

Solo singolare

Sono quei nomi che  secondo la logica danese non si possono contare.
Ed infatti non vogliono nemmeno l'articolo en/et davanti.

Esempi: tøj (vestiti), kød (carne), mel (farina), vand (acqua), hår (capelli), sand (sabbia), luft (aria), kærlighed (amore).
Quindi si può dire per esempio: jeg drikker aldrig vand (io non bevo mai acqua - anche in danese come in inglese, la negazione è una sola, la doppia negazione cambia il senso della frase).

Solo plurale 

Generalmente sono tutte quei sostantivi che rappresentano cose che vanno in coppia o che non sono separabili. Per esempio, i pantaloni (bukser), i soldi (penge), gli occhiali (briller).
Anche se sono già al plurale, questi nomi possono sempre "pluralizzare", anche se non cambiano.
Per esempio, un paio di pantaloni = et par bukser (letteralmente, un paio calzoni).

Naturalmente ci sono un sacco di parole che sono irregolari quando passano dall'ental al flertal...ma questa è un'altra storia...

Preso nota? Siete diventati curiosi di sapere quanti ental e quanti flertal incontrerete nella vostra giornata? allora come sempre compitini per tutti: il solito giornale sul treno, la solita pubblicità, prendete 5-10 parole e cercate come fanno il plurale, se lo fanno, o se forse fanno solo il singolare....

Alla prossima...lesione!
Francesco


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Sunday, March 18, 2012

Lesione 2 - gli articoli

Definito o indefinito? Bestemt eller ubestemt?

so che vi avevo promesso un salto verso la differenza tra definito ed indefinito, ma forse sarebbe un passo più lungo della gamba...allora (ri-)cominciamo dagli articoli, che verranno utili in seguito.

Come in italiano, anche in danese, un sostantivo può avere un articolo definito.
Nella lesione 1 abbiamo visto come i sostantivi danesi si dividono in due gruppi: n-ord e t-ord.

La divisione dipende, appunto, dagli articoli.

Gli articoli indefiniti sono en e et: et hus (una casa), en lejlighed (un appartamento). Come in italiano
Gli articoli definiti sono den (n-ord) e det (t-ord).
Al plurale, c'è solo un articolo per n-ord e t-ord: de.

Attenzione! Questa è la prima difficoltà concettuale da superare per noi neofiti! Non en/et non identificano il genere come in italiano o in inglese, ma semplicemente il fatto che una parola sia n-ord o t-ord, e quindi come "declinare" sostantivo ed aggettivi nella forma definita e nel plurale.

Per esempio: una casa vecchia è et gammelt hus, un'auto gialla è en guden bil. Ma questo lo vedremo in seguito.

Compitini: guardatevi attorno e cercate negli annunci, negli adesivi per strada, nella vostra bolletta della luce, articoli definiti ed indefiniti per n-ord e t-ord.

Fatemi sapere come è andata commentando a questo post!

E soprattutto ricordiamoci: una lingua, per saperla, bisogna usarla...

Alla prossima bat-puntata!

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